| | GINO CUCCHETTI IL PRIMO CONCERTO DI MUSICA SACRA NEL DUOMO DI MONREALE Sancta Maria di Perosi Battesimo di Cristo di Pilati Stabat Mater di Labroca GIORNALE DI SICILIA 13 Aprile 1939 - Anno XVII E. F. CFR. RECENSIONE DI FILIPPO FABII | | In una cornice quanto mai suggestiva, sotto volte ed archi arabo-bizantini su cui sfolgoravano mosaici e marmi policromi nella misteriosa carezza di un sole in tramonto, si è svolto ieri il primo degli annunciati concerti di musica sacra organizzati dall'Azienda Autonoma di Turismo, sotto l'egida del Ministero della Cultura Popolare. La solenne imponenza della basilica di Monreale, in cui lo spirito del Re normanno sembra ancora aleggiare nella fastosità della sua Corte, con le sue tre navate ricche di colonne, e di capitelli, di austera classicità, con la sua impagabile aurea tappezzeria musiva, tutta luci e riflessi, ha conferito alla manifestazione una sovrumana atmosfera di sogno nella quale ci siamo un po' tutti abbandonati soavemente, lieti di poterci estraniare, sia pure per poco tempo, ai gravi problemi della quotidiana vita. ____________________________________________________________________________________ | Fra tutte le arti, quella del compositore e dell'esecutore di musica sacra può diventare una vera e propria predicazione. Infatti, la classica, evangelica predicazione, quella degli apostoli e dei profeti di ogni religione ha comune con questa musica il tipo del ritmo, le particolari cadenze, quelle caratteristiche di tremuli e di agitati, di semplicità, di gravità e di profondità ad un tempo, parola e musica insieme, declamazione, recitativo, cantofermo, inno gregoriano, salmo liturgico, pentimento, invocazione, preghiera, tutto quanto, insomma, può dalla voce della mistica umana partirsi per giungere a Dio. Certo è che la predicazione musicale - soprattutto se eseguita in queste solenni basiliche cristiane, singolarmente suggestive - ha un'efficacia fantastica sugli spiriti, documentata dalla storia, e dalla leggenda di tutte le religioni, ma particolarmente della nostra. | Pensavo proprio iersera, soprattutto durante l'esecuzione del Battesimo di Cristo del Pilati - che mi è parso il pezzo più significativo e più ricco di argomenti melodici supremamente emotivi - alla miriade di conversazioni individuali e collettive di infedeli, di eretici, di atei, appartenenti ai più disparati culti, operate in ogni tempo dalla musica sacra, «lingua degli angeli» la chiamava il Carlyle, certo la verace interprete delle religioni, cui nessuna altra cosa, parlata o scritta, equivale. Tanto bene lo comprendeva il santo Filippo Neri che, nel capitolo primo della regola del suo ordine, prescriveva, tra i più efficaci mezzi di penetrare nei cuori induriti dalle volgari ingordigie e dalle passioni mondane, che «musico concentu excitentur ad coelestia contemplanda». | | Peccato che il suono più schiettamente mistico, quello dell'organo («il pontefice degli strumenti» lo disse il Berlioz), che ha sempre avuto la virtù di parlare ai cuori delle moltitudini genuflesse innanzi alla visione di Dio e della Vergine, poco faccia udire, nelle moderne musiche sacre, la sua voce profetica, che è multipla come un'orchestra, che sintetizza le voci di tutte le cose e di tutti gli uomini, che ha in sè fragori e rombi di baratri misteriosi, di eterni supplizi, di urli disperati di reprobi, di onde maestose, di accorati raccoglimenti, di antiche promesse, di pentimenti, di speranze, e note alte e sublimi che cercano le più supreme luci dello spazio, la infinita serenità dei cieli. L'organo è quasi scomparso, nelle moderne musiche dei viventi, per lasciar posto alle grandi masse orchestrali. | Ed il programma di ieri, salvo il primo numero, era tutto composto di musiche dell'attuale e dello scorso secolo in cui, è meglio dirlo subito, l'elemento drammatico e , talvolta teatrale, ha netto sopravvento sul mistico e religioso. Difetto (se difetto si può dire) che la critica riscontrava già nell'arte possente del Perosi. Alla Sonata sopra Sancta Maria [di Monteverdi] non si può certo fare questo appunto: costruita sull'intreccio di alcune variazioni strumentali, a volte solenni, a volte ingenuamente gioconde, essa non si allontana mai dal tono di pacata religiosità che la melodia gregoriana delle litanie, cantata a tratti dal coro all'unisono, le infonde. In questa breve opera del Monteverdi, cui il Molinari ci offre una versione orchestrale con un magistrale impiego di effetti strumentali moderni, è una stesura armonica semplicissima, appoggiata alla lineare melodia gregoriana, in cui appaiono tuttavia gli elementi per uno sviluppo della parte orchestrale in grande stile. In tal modo anche la parte corale acquista maggiore significato ed il suo carattere prevalentemente polifonico risalta maggiormente ed appare più espressivo e robusto. | | Lo Stabat Mater di Labroca è certamente una pagina interessante nella quale la personalità del compositore romano risalta in tutte le sue migliori caratteristiche. Opera di ampio respiro, caratterizzata da un largo impiego di mezzi armonici e contrappuntistici, essa ci appare predominante di effetti sonori di molta suggestività. Soprattutto il pianto di Maria, affidato alla squisita arte di Pia Tassinari, ci impressionò fortemente e valse all'opera quel successo vivo che si meritava. | La pagina possente di César Franck [SALMO LC] - l'ideatore magico della «sonata ciclica», sviluppata più tardi dal d'Indy, è fra le più belle predicazioni musicali sacre del secolo scorso. Scritta sul testo dell'ultimo dei Salmi di Davide, questa breve opera rivela appieno quella perfezione tecnica, quella nobile austerità frasistica che contraddistingue tutta la musica del Franck. Qui tutto appare perfetto: la costruzione melodica, l'invenzione lirica, l'uso e lo sviluppo degli elementi tematici, la grande solennità dei corali (che magnifiche voci, quelle di iersera, soprattutto nei bassi!) che talvolta sembra essere scaturita dal magico genio di un Verdi. | Abituati alle astrusità contrappuntistiche ed armoniche di Malipiero, ci ha dolcemente sorpreso questa Passione, in cui coi mezzi melodici semplici e lineari, nei quali talvolta sono anche parafrasati ingenui temi liturgici, il Nostro è riuscito a piacere anche ai suoi critici più acerbi e severi. Questa è opera che avrà fortuna, piena com'è di momenti orchestrali originalissimi, curata fino alla perfezione nella parte delle voci sole, che hanno accenti di soavissima nostalgica dolorosa passione, ed in quella dei cori e dell'orchestra dove è largamente fatta ricchezza di ispirazione e di sincerità. | | Col Battesimo di Cristo del compianto Pilati non si poteva meglio chiudere questa prima giornata musicale di Monreale. Opera breve ma efficacissima con corali pieni di religiosa passione, con andature istrumentali e trovate orchestrali efficacissime, con un finale di una maestosità grandiosa ed impressionante che ha prodotto nel foltissimo pubblico una profonda impressione. | L'esecuzione fu da parte di tutti veramente magistrale. Il maestro Fernando Previtali diresse in modo perfetto: la sua bacchetta ebbe la virtù di infondere nella compattissima orchestra, negli ottimi cori (ben preparati dal maestro Oscar Leone), nei solisti, tutta quella religiosità e quel calore disciplinato che l'esecuzione assai complessa ed eclettica richiedeva. Ottimi la Tassinari, il Tasso ed il Vanelli, voci bene adatte, tutte, a questo, genere non facile di concerti, in cui è necessario oltre a tutto lo stile, ed un misurato impiego dei mezzi vocali. La settimana di musiche sacre a Monreale non poteva iniziarsi sotto migliori auspici. L'organizzazione fu abile, ed il bel cielo di Palermo ci fu divinamente propizio. | | | |